La nostra missione

L’Associazione si propone di rimuovere le cause che impediscono la diffusione e lo sviluppo nel nostro paese del sistema Reverse Vending inteso come filosofia che considera il rifiuto una risorsa.

L’Associazione ha lo scopo di stimolare nel Paese il processo di diffusione delle tematiche relative all’attività di raccolta differenziata dei materiali riciclabili. Ciò attraverso la promozione di iniziative di informazione, formazione, aggiornamento e di ricerca e sviluppo per contribuire ad aumentare il grado di conoscenze, di partecipazione e di attività dei cittadini. La finalità è quella di conseguire gli obiettivi di tutela ecologica ed ambientale.
Il reverse vending è una pratica molto diffusa all’estero, specie nei paesi del nord Europa. Si tratta della possibilità di rimborsare il cittadino che riconsegna prodotti quali lattine, bottiglie di plastica o di vetro con moneta contante o buoni acquisto: in poche parole è il vecchio concetto di “vuoto a rendere” in vigore fino agli anni ottanta, e che è stato dimenticato per colpa dell’avvento della malata cultura dell’usa e getta, nata e cresciuta sull’onda dei prodotti di plastica.
Il reverse vending, nella sua versione tradizionale, funziona per mezzo di apposite macchine (simili ai distributori automatici di bibite) situati in luoghi specifici (supermercati, scuole, autogrill,….) abilitati a ricevere bottiglie (di plastica o vetro) e /o lattine di alluminio e a rilasciare, in cambio, buoni sconto o moneta contante in base al peso del materiale consegnato.
 
Grazie ai progressi della tecnologia questo sistema può essere esteso a tutte le tipologie di rifiuti: al posto delle macchine che ritirano bottiglie/lattine è possibile immaginare, in un futuro non troppo lontano, veri e propri “cassonetti elettronici intelligenti”: ritirano e riconoscono ogni tipo di materia prima destinata al riciclo e consegnano al cittadino buoni sconto/moneta ovvero ricevute per ottenere detrazioni fiscali (ad es. sull’odiosa tassa per l’immondizia).
L’attività di smaltimento di rifiuti operata attraverso il reverse vending non vede un ruolo diretto dello Stato (o dell’amministrazione pubblica che pertanto ne viene sgravata) che si dovrebbe solo limitare, attraverso apposite agenzie (es. authority) a verificare il regolare operare di questo “nuovo mercato” e ad offrire i giusti incentivi affinché questa pratica si diffonda (es. sistema di detrazioni fiscali ovvero imporre che su ogni prodotto potenzialmente riciclabile -es. lattina di birra- sia indicato il ricavo ottenibile dal suo riciclo, una volta che il bene viene consumato)
L’intero processo avviene grazie al totale contributo di soggetti privati: dal singolo cittadino che pulisce e porta il “rifiuto” alla macchina, al produttore della macchina, al gestore della macchina (es. un supermercato), al compratore del bene accumulato nelle macchine (es. le imprese che riciclano materie prime).
Lo stato che si sgrava di un’attività che non riesce a gestire bene e che gli costa molto e che sottrae alla malavita organizzata;
 
 
Tutti guadagnano dal reverse vending:
 
- il cittadino che vende i propri rifiuti e ottiene dei benefici economici immediatamente tangibili (buoni/soldi/detrazioni fiscali);
- le imprese che gestiscono la macchina sia in termini di “immagine” (è un’attività socialmente nobile) oltre che in termini economici per gli introiti derivanti dalla vendita del materiale riciclabile accumulato;
- le imprese che riciclano materie prime;
- i produttori delle macchine “reverse” (o dei cassonetti intelligenti).
 
In generale il sistema reverse, grazie alle tecnologie utilizzate, consente di selezionare e pulire il materiale destinato al riciclo, aspetto fondamentale per una buona riuscita del meccanismo differenziazione-riciclaggio. Oggi la raccolta differenziata viene fatta attraverso una selezione del materiale ad opera del singolo cittadino che spesso per diverse ragioni non “pulisce” adeguatamente i materiali destinati al riciclo: questi vengono inseriti nei cassonetti (o in altri contenitori) che non sono in grado di riconoscere se il bene da riciclare è “pulito” (ad es. se la bottiglia di plastica è priva dell’etichetta di carta). La mancata pulizia è infatti un aspetto destinato a far fallire (o rallentare) la catena differenziazione-riciclaggio. Con il dispositivo “reverse” invece la selezione avviene automaticamente ad opera della macchina, che non accetta l’involucro non adeguatamente pulito. Garantire un siffatto materiale per il riciclaggio riduce la percentuale di scarto e rende il prodotto finale assai appetibile in quanto direttamente utilizzabile senza ulteriori manipolazioni.
Il ritardo dell’Italia nell’attività di raccolta differenziata dei rifiuti e della conseguente attività di riciclo degli stessi è preoccupante. Le prime iniziative intraprese in tale ambito, seppur meritevoli, non sembrano tenere in giusta considerazione alcuni aspetti di rilievo. Il processo di sensibilizzazione di cittadini sulle tematiche inerenti la raccolta differenziata nel nostro Paese è cominciato solo da poco ed è destinato a produrre i suoi effetti in un orizzonte temporale molto lungo. Nel frattempo la coercizione (l’obbligo a differenziare) non è un sufficiente strumento per ottenere i risultati sperati.
Il cittadino è l’anello iniziale della catena della raccolta differenziata e del riciclo. Occorre partire dall’analisi dell’aspetto motivazionale alla base dell’impegno che l’attività della raccolta differenziata richiede a ciascuno di noi. L’intero processo è destinato a bloccarsi se non si trovano adeguati meccanismi di coinvolgimento dei singoli individui.
Il coinvolgimento del cittadino passa senz’altro attraverso “l’incentivazione economica” a differenziare. L’aspetto etico e il senso civico legati a tale tematica sono importanti ma la loro formazione richiede tempo.
Soltanto incentivando economicamente il cittadino a differenziare, e considerando il rifiuto una risorsa, è possibile avviare nel nostro paese una percorso di riqualificazione del processo di raccolta dei rifiuti che ci riporti in tempi brevi al passo con gli altri paesi sviluppati.
Si tratta, in altre parole, di enfatizzare il ruolo economico del rifiuto, assegnandogli un valore; di riconvertire il ruolo del cittadino (già consumatore) in “venditore” di questo “prodotto”.
Un sistema di incentivazione economica, quale quello offerto dal reverse vending, può portare ad un sensibile incremento del tasso di raccolta differenziata.
Il sistema infatti, oltre a premiare il cittadino che deposita i contenitori presso le macchine di raccolta e a cui viene rilasciato un benefit economico, permette di:
  • - salvaguardare l’ambiente attraverso l’aumento delle prescritte percentuali di raccolta differenziata dei rifiuti:
  • - ridurre il volume dei rifiuti, incentivando il singolo cittadino a differenziare e a depositare all’interno della macchina i contenitori in vetro, plastica ed alluminio ottenendo un incentivo economico;
  • - migliorare l’arredo urbano: si pensi, infatti, ai nostri centri urbani invasi da contenitori di tutti i generi, che spesso giacciono per giorni sui nostri marciapiedi o nei nostri giardini pubblici prima di essere asportati;
  • - dare un piccolo sostegno alla moltitudine di persone disagiate che raccogliendo i contenitori e depositandoli presso la macchina possono ottenere una ricompensa;
  • - far risparmiare denaro agli enti locali in quanto è lo stesso cittadino che porta presso la macchina il contenitore e non è l’ente che deve occuparsi del ritiro e dello stoccaggio in discarica;
  • - aumentare il volume d’affari dell’attività ove è posizionata la macchina: il sistema del reverse vending, infatti, è un vero e proprio mezzo di marketing in quanto contribuisce ad incrementare la propria clientela, che è incentivata a recarsi presso il centro ove è situata la macchina per ottenere l’incentivo sotto forma di sconto, e distingue sensibilmente l’immagine positiva dell’azienda.

Il reverse vending è un’attività rivoluzionaria che, se ben impostata, consentirebbe al nostro Paese di aggiudicarsi posizioni di rispetto e di avanguardia nelle sfide globali del futuro, parte delle quali si giocheranno sul terreno della green economy.